Alcuni lettori del blog mi hanno chiesto una valutazione generale sul mercato della medicina estetica, diciamo dal mio punto di vista.
Sicuramente siamo di fronte a un mercato sempre più competitivo, ma che sembra non conoscere una vera e propria crisi. Anche gli italiani, nonostante la difficile e oggettiva crisi economica sono comunque un popolo attento alla cura di sé (basta pensare che siamo al settimo posto nel mondo per numero di interventi di chirurgia plastica e medicina estetica).
Come confermato dall’Asaps (American Society of Aesthetics Plastic Surgery) e riportato in un articolo del Corriere dello scorso ottobre, anche a livello mondiale il trend è in forte crescita: dal 1997 ad oggi l’aumento delle richieste di trattamenti di medicina e chirurgia estetica nel mondo è salito del 465%, +300% nel solo decennio 1997-2007, con una crescente predilezione per i trattamenti di medicina estetica: per di più, se nel 2007 la chirurgia batteva la medicina 56 a 44, nel 2011 la tendenza si è invertita con un 82% a 18% a favore della medicina estetica.
Sempre secondo i dati della American Society of Aesthetic Plastic Surgery, l’anno appena trascorso (n.d.r. i dati si riferiscono al 2013) “è stato il periodo in cui le procedure non invasive per il ringiovanimento del viso hanno raggiunto il picco massimo con un aumento del 6% e un totale di oltre 13 milioni di procedure. Si tratta del terzo anno di fila in cui per avere un aspetto più giovane e levigato si spende in interventi non invasivi come la tossina botulinica, i filler e la microdermoabrasione”. In Italia poi è in aumento il trend di coloro che ricorrono alla bio-rivitalizzazione cutanea.
Questo successo è legato all’uso delle nuove tecnologie: tra le più utilizzate in medicina estetica ci sono i sistemi a radiofrequenza, una metodica che si sta imponendo nel trattamento dell’adiposità localizzata, della cellulite e del ringiovanimento cutaneo del viso e del corpo (vedi ad esempio il RF PowerMed della GMV) o quelli che sfruttano la luce per risolvere i problemi in modo praticamente indolore e in tempi dimezzati come i dispositivi che sfruttano l’elettroporazione transdermica unita alla cromoterapia per veicolare in profondità prodotti per uso estetico (come ad esempio il Veikos Led sempre della GMV).
Molti anche i medical device che, combinano radiofrequenze, infrarossi e massaggio endodermico e che consentono operazioni di ricostruzione epidermica, azioni di rassodamento dei tessuti e stimolazione della circolazione. Si tratta di metodi, tecnologie e macchinari adatti a tutti i tipi di pelle e applicabili tutto l’anno.
Certo la cultura della medicina del benessere è legata spesso a informazioni inadeguate e superficiali che, a volte, conducono a rimedi inefficaci se non dannosi.
Dal mio punto di vista - quello dell’imprenditore nel campo della medicina estetica - i rischi esistono anche per quei medici che non si rivolgono a imprese serie e in grado di produrre macchinari di altissima qualità: spesso assistiamo alla comparsa sul mercato di strumentazioni o materiali presentati come miracolosi, sempre risolutivi di tutti gli inestetismi, costosissimi ma con promessa di guadagni facili, nel migliore dei casi inutili o copie malfatte di altrui brevetti. Un disastro per medico e paziente.
Quello che auspico è un mercato fatto di strumenti di qualità realizzati da imprese con grande esperienza per una medicina estetica sempre più specializzata, attenta alle persone, alla portata di tutti e soprattutto poco invasiva.